La Storia
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I primi documenti che accennano alla Torre, parte integrante delle mura di cinta della città vecchia, la fanno risalire al XIII secolo. I documenti raccontano di una città fortificata dedita allo sviluppo culturale e sede universitaria. Il Torrione era affidato agli studenti in cambio della guardiania alle mura ed alla difesa della città, inoltre gli occupanti si dovevano preoccupare della manutenzione ordinaria e della sua pulizia.
Nei documenti successivi, molto più recenti, la Torre fu adibita a corpo di guardia nella parte superiore, mentre sempre con entrata da via della Rocca, si accedeva alla rimessa dei cavalli.
Per molti anni non sappiamo come fosse stata utilizzata, fino al 1800, quando diventa abitazione rurale e la stalla, una volta rifugio di cavalli, diventa rimessa di pecore e capre.
La ristrutturazione della Torre e’ cominciata nel corso del 2007, con la seria intenzione di farla diventare una vera residenza. I Lavori sono stati finalizzati al consolidamento della struttura ed alla ricerca di tutti quegli interventi necessari per renderla più funzionale e vivibile.
La parte superiore della Torre, ove ora insistono le affascinanti camera “ Rosa “ e camera “Avorio”, non era abitata e risultava occupata la sola parte centrale, tutta con accesso da via della Rocca n. 39.
Fino a pochi anni fa, prima della sapiente ristrutturazione, era abitata da una vecchietta, che occupava i soli due piani centrali, simpaticamente chiamata dai ragazzi del vicinato “La strega della Torre”.
la Torre si sviluppa su quattro livelli; alla base, con possibilità di entrata da via Circonvallazione Orientale, il locale taverna, utilizzato per la colazione; al piano superiore il vano comune di intrattenimento, con TV 40 pollici, con camera “Lilla “ e bagno, salendo ancora di un piano si raggiungono la camera “Ocra” e la camera “Verde”, anche loro deliziose, fornite di servizi e ogni confort.
Nel rispetto della struttura, si e’ cercato di mantenere anche attraverso gli arredi curati ed originali, quel fascino dei tempi andati, trascinando l’ospite, come in un sogno, nella Sulmona Medioevale.